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Corte di cassazione, sentenza 27 aprile 2018 n. 10280

Postare su facebook un commento offensivo sul datore di lavoro realizza il reato di diffamazione e può condurre al licenziamento. Una lavoratrice era stata licenziata per giusta causa per avere postato su facebook un commento offensivo sulla propria datrice di lavoro. In giudizio, la dipendente sosteneva, tra l’altro, che avendo usato facebook per indirizzare il suo messaggio a pochi destinatari, sarebbe mancata la consapevolezza della sua possibile diffusione oltre i diretti destinatari. La Corte ricorda viceversa che la condotta di postare un messaggio offensivo su di una persona individuata o facilmente individuabile realizza necessariamente la diffusione di esso ad un pubblico...

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Corte costituzionale, sentenza 26 aprile 2018

Una prima pronuncia della Corte sull’art. 18 S.L., come modificato dalla legge “Fornero”. La legge Fornero di riforma dell’art. 18 S.L., nel prevedere, quando non ricorrono gli estremi della giusta causa o del giustificato motivo soggettivo, un’”indennità risarcitoria” dalla sentenza alla reintegrazione (con un massimo pari a 12 mesi di retribuzione), in luogo della retribuzione, comporta, in favore del datore di lavoro che non reintegra, la restituzione dell’indennità qualora la sentenza venga riformata in appello; e ciò a differenza di colui che ottempera alla sentenza, il quale, ai sensi dell’art. 2126 c.c., non ha diritto alla restituzione della retribuzione. La Corte, investita della...

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Corte di cassazione, sentenza 20 aprile 2018 n. 9901

Il risarcimento del danno biologico derivante da demansionamento prescinde dall’intenzionalità della condotta lesiva. Secondo la Corte, il demansionamento costituisce, infatti, inadempimento a un obbligo contrattuale del datore di lavoro sia a norma dell’art. 2103 che dell’art. 2087 cod. civ., per cui la relativa responsabilità prescinde da uno specifico intento di declassare o svilire il lavoratore e può essere esclusa solo in caso di esercizio di un diritto del datore di lavoro o quando l’inadempimento derivi da causa non imputabile a quest’ultimo, che è onerato della relativa prova. ...

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Corte Costituzionale, sentenza 19 aprile 2018 n. 77

Con sentenza n.77 del 19 aprile 2018 la Corte Costituzionale ha parzialmente accolto l’eccezione di illegittimità costituzionale dell’art. 92 del codice di procedura civile che, nella sua attuale ultima formulazione (a seguito di una riforma del 2014), impediva al magistrato di esonerare il lavoratore che perde la causa incolpevolmente dal pagamento delle spese legali della controparte (tecnicamente : compensare le spese). ...

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Corte D’Appello di Roma 1 febbraio 2018

Giustificato motivo oggettivo: se non viene provata l’impossibilità di ricollocamento il lavoratore ha diritto alla reintegrazione. I giudici di Roma, con ampia e articolata motivazione, nel valutare un licenziamento per giustificato motivo oggettivo relativo alla cessazione di un contratto di appalto, riconducono l’assenza di prova circa l’impossibilità di ricollocazione del lavoratore (a carico del datore di lavoro) al vizio di “manifesta insussistenza del fatto”. Ne consegue, nel caso di specie, condanna alla reintegrazione ai sensi del 4° comma dell’art. 18 L. 300/70. ...

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Corte di cassazione, ordinanza 11 dicembre 2017 n. 29582

Il committente è responsabile dell’infortunio occorso ai dipendenti dell’appaltatore solo in caso di effettiva incidenza della sua condotta nella causazione dell’evento lesivo. Pur ricordando gli obblighi di sicurezza che gravano sul committente di lavori appaltati nei confronti dei dipendenti degli appaltatori, la Corte precisa che, in caso di infortunio di questi, la responsabilità del committente non è automatica, ma deriva dalle concrete circostanze del fatto, che devono essere indicative di una qualche partecipazione alla causazione dell’evento. Nel caso esaminato, la responsabilità del committente è stata esclusa, in particolare, sulla base della considerazione relativa all’affidabilità dell’impresa appaltatrice nonché del fatto che l’infortunio era avvenuto per l’esecuzione di lavori...

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Corte costituzionale, sentenza 6 dicembre 2017 n. 254

La responsabilità solidale del committente sussiste anche per i crediti retributivi e contributivi dei dipendenti del sub-fornitore. Il contratto di sub-fornitura consiste nell’affidamento dal committente al subfornitore di alcune lavorazioni o nella fornitura di quest’ultimo al primo di prodotti o servizi destinati ad essere integrati dal committente nel proprio processo produttivo. Ritenendo che a tale contratto non possa applicarsi analogicamente la disciplina relativa alla responsabilità solidale retributiva e contributiva dell’appaltante nei confronti dei dipendenti dell’appaltatore, la Corte d’appello aveva sottoposto alla Corte costituzionale la questione di costituzionalità, per contrasto con gli artt. 3 e 36 Cost., della normativa che non prevede per i dipendenti del sub-fornitore garanzie simili...

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Corte di cassazione, sentenza 6 dicembre 2017 n. 29238

Anche una diversa ripartizione di mansioni può costituire giustificato motivo oggettivo di licenziamento. Si consolida il più recente orientamento della Corte, esplicitato con la sentenza n. 19185/2016, secondo il quale costituisce g.m.o. di licenziamento anche una diversa ripartizione di determinate mansioni tra il personale, attuata per una più economica e efficiente gestione aziendale, purché il riassetto organizzativo consistente nella redistribuzione tra altri dipendenti delle mansioni del lavoratore licenziato costituisca, con la conseguente soppressione di un posto, la causa del licenziamento e non il “mero effetto di risulta” di esso. ...

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Corte di cassazione, sentenza 5 dicembre 2017 n. 29056

Se il licenziamento disciplinare del dirigente viola le garanzie procedimentali dell’art. 7 S.L., non può essere valutata l’eventuale giustificatezza dello stesso. La Corte ribadisce ancora una volta l’orientamento inaugurato con Cass. S.U. n. 7880/2007 (per una recente applicazione, cfr. Cass. n. 15204/2017), secondo il quale al licenziamento del dirigente esplicitamente disciplinare o comunque motivato dal venir meno della fiducia sono applicabili le garanzie di cui all’art. 7 della L. n. 300/1970 e, in caso di violazione, è preclusa la possibilità di valutare l’eventuale giustificatezza dello stesso ed è quindi dovuta al dirigente l’indennità supplementare prevista dal CCNL dirigenti in caso di ingiustificatezza. ...

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Tribunale di Parma, 27 ottobre 2017 n. 252

Licenziamento nullo per violazione dell’art. 2112 c.c.: il lavoratore ha diritto alla reintegrazione presso il cessionario dell’attività. È nullo il licenziamento intimato dal titolare di una agenzia di assicurazione per esigenze di riorganizzazione, quando l’attività sia in realtà proseguita, con cessione del portafoglio assicurativo e di altri elementi organizzativi, da parte di una società avente quale socio e amministratore il titolare della precedente agenzia. Il recesso è nullo per frode alla legge, e in particolare della disciplina ex art. 2112 e della normativa collettiva di settore), con diritto alla reintegrazione ex art. 18, 1° comma , l. 300/1970. ...

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