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Corte d’Appello di Roma – 5 aprile 2017, n. 1968/2017

MASSIMA:"La Corte riconosce il carattere ritorsivo del licenziamento di un lavoratore che si era rifiutato di aderire alla proposta di cessione del suo contratto a un’altra impresa. Il recesso, per preteso giustificato motivo oggettivo, giunge a seguito di una serie di comportamenti vessatori da parte della società, “anche singolarmente illegittimi ed illeciti”"   ...

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Corte di cassazione – sentenza 30 marzo 2017, n. 8260

MASSIMA:"Nel contratto di lavoro, il silenzio serbato da una delle parti in ordine a situazioni di interesse della controparte e la reticenza che si inserisca in un complesso comportamento adeguatamente preordinato, con malizia e astuzia, a realizzare un inganno idoneo a determinare l’errore del “deceptus”, integrano gli estremi del dolo omissivo rilevante ai sensi dell’art. 1439 c.c. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza del giudice di merito che aveva omesso di accertare se la condotta della datrice di lavoro - che, dopo aver incluso la posizione del lavoratore tra quelle eccedentarie nell'ambito di una procedura di mobilità, aveva...

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Corte di cassazione – sentenza 29 marzo 2017, n. 8146

MASSIMA: "La Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei geometri liberi professionisti è titolare di un potere autonomo di accertamento delle situazioni di incompatibilità (di riflesso di annullare periodi contributivi di esercizio della professione in situazione di incompatibilità), ai sensi dell’art. 22, comma 4, della l. n. 773 del 1982, esercitabile anche nel momento della verifica dei presupposti per l’erogazione del trattamento previdenziale, pur in assenza di una procedura specifica che ne disciplini le modalità, risultando assicurate le garanzie procedimentali dall’osservanza delle norme generali di cui alla l. n. 241 del 1990." ...

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Tribunale di Catanzaro – Sentenza 24 marzo 2017, n. 116/2017

MASSIMA:"È discriminatorio non stabilizzare a tempo indeterminato l’apprendista, quando i dati statistici fanno ritenere probabile il collegamento della non assunzione con lo stato di madre unico genitore, con figlio minore, della lavoratrice. Il provvedimento compie un’attenta analisi dei dati statistici relativi alle stabilizzazioni nel tempo degli apprendisti assunti dall’impresa convenuta: se pure le stabilizzazioni avevano riguardato anche lavoratrici donne, e la prevalenza di stabilizzazioni di uomini non appariva determinante, emergeva che la ricorrente era l’unica lavoratrice che fosse anche madre genitore unico e affidataria di figlio minorenne. Il Tribunale ritiene applicabile la regola sull’onere probatorio alleggerito ex art. 40 D.Lgs. 198/2006...

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Corte di cassazione – sentenza 21 marzo 2017, n. 7177

MASSIMA:"Inefficace il licenziamento disciplinare di un dipendente pubblico se non esiste all’interno dell’Ente un ufficio per i procedimenti disciplinari. Secondo le modifiche apportate nel 2009 alla disciplina del pubblico impiego contrattualizzato, ogni amministrazione pubblica istituisce al proprio interno (con la struttura che ritiene più opportuna, anche monocratica) un ufficio per i procedimenti disciplinari, competente per le sanzioni più gravi, compreso il licenziamento." ...

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Corte di cassazione – sentenza 15 marzo 2017 n. 6770

MASSIMA:"Il trasferimento di azienda o di un ramo d’azienda è configurabile anche in ipotesi di successione nell’appalto di un servizio, sempre che si abbia un passaggio di beni di non trascurabile entità, tale da rendere possibile lo svolgimento di una specifica impresa. Per determinare se l’entità economica conservi la sua identità si deve prendere in considerazione il complesso delle circostanze di fatto che caratterizzano l’operazione, tenendo conto che l’importanza da attribuire ai singoli criteri varia in funzione dell’attività esercitata o addirittura in funzione dei metodi di produzione o di gestione utilizzati nell’impresa, nello stabilimento o nella parte di stabilimento di...

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Corte di giustizia UE – sentenza 14 marzo 2017 in causa n. C-157/15, Achbita

MASSIMA:"«Il divieto di indossare un velo islamico, derivante da una norma interna di un’impresa privata che vieta di indossare in modo visibile qualsiasi segno politico, filosofico o religioso sul luogo di lavoro, non costituisce una discriminazione diretta fondata sulla religione o sulle convinzioni personali» ai sensi della direttiva 2000/78/Ce, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, se conseguente a una linea aziendale di neutralità politica, filosofica e religiosa nei rapporti con i clienti. A sostenerlo è la Corte di giustizia dell’Unione europea per la quale, una siffatta norma...

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Corte di giustizia UE, sentenza 14 marzo 2017 n. C-188/15, Bougnaoui

MASSIMA:"Illegittimo vietare il velo islamico solo perché lo chiede un cliente della società. L’art. 4, par. 1, della direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000 “deve essere interpretato nel senso che la volontà di un datore di lavoro di tener conto del desiderio di un cliente che i servizi di tale datore non siano più assicurati da una dipendente che indossa il velo islamico non può essere considerata come un requisito essenziale e determinante per lo svolgimento dell’attività lavorativa ai sensi di detta disposizione”." Si consiglia la lettura dell'articolo di V. A. Poso: Religione e pregiudizio. La Corte di Giustizia e...

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Tribunale di Busto Arsizio – sentenza 13 marzo 2017, n. 108

MASSIMA:"Illegittima la stipulazione di molteplici contratti a termine ai sensi delle diverse norme esistenti in materia, con evidente fine elusivo della disciplina. La società convenuta, svolgente servizi aeroportuali, stipulava con la lavoratrice ricorrente diversi contratti a tempo determinato: inizialmente ai sensi del comma 1 bis dell’art. 1 del d.lgs. 368/2001, che consentiva l’assenza di causale per il primo rapporto a tempo determinato; il secondo ai sensi dell’art. 2 del medesimo decreto (ossia sulla base della disciplina più favorevole per il trasporto aereo); il terzo, e le successive proroghe, sulla base della disciplina generale di cui all’art. 1 del d.lgs. 368/2001....

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Corte di cassazione – sentenza 13 marzo 2017, n. 6405

MASSIMA:"Costituisce evasione contributiva (fattispecie più grave della omissione contributiva) la stipula di un contratto di lavoro a progetto privo dei requisiti di legge. In tema di obbligazioni contributive nei confronti delle gestioni previdenziali ed assistenziali, l'accertamento dell'esistenza, tra le parti, di un contratto di lavoro subordinato in luogo di un lavoro a progetto (per la mancanza di uno specifico progetto), benché regolarmente denunciato e registrato, concretizza l'ipotesi di "evasione contributiva" di cui all'art. 116, comma 8, lett. b), della l. n. 388 del 2000 e non la meno grave fattispecie di "omissione contributiva" di cui alla lettera a) della medesima...

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