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Cortolex > Sentenze (Page 12)

Corte di cassazione – sentenza 10 ottobre 2016, n. 20321

Massima: "Lo stato di custodia cautelare in carcere, con conseguente assoluta impossibilità di rendere la prestazione lavorativa, costituisce una autonoma causa di esclusione del diritto alla retribuzione per il periodo di detenzione, che si sovrappone alla sospensione cautelare disposta dal datore di lavoro per cui opera l'art. 97, comma 1, del d.P.R. n. 3 del 1957, e, in assenza di una specifica disciplina più favorevole, consegue dal principio generale secondo cui, quando il prestatore non adempia all'obbligazione principale della prestazione lavorativa non per colpa del datore di lavoro, a questi non può essere fatto carico dell'adempimento dell'obbligazione retributiva, come per...

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Tribunale Roma, Sezione L civile – Sentenza 5 ottobre 2016, n. 8395

MASSIMA: "Il blogger svolge un'attività analoga a quella del giornalista, giacché il blog è un contenitore di commenti in merito alle notizie già note e aliunde divulgate al pubblico. Tale strumento comporta, dunque, elaborazione e diffusione della notizia, che è proprio del giornalista, a nulla rilevando la circostanza che le notizie elaborate e diffuse sono eventualmente già note. Il giornalista svolge, infatti, una complessa attività di natura intellettuale, volta alla diffusione di notizie tramite vari strumenti di comunicazione, sicché l'attività stessa può atteggiarsi diversamente a seconda dello strumento di diffusione utilizzato. Consegue a quanto innanzi che alle prestazioni rese dal...

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Corte Costituzionale – Sentenza 23 settembre 2016, n. 213

MASSIMA: "È costituzionalmente illegittimo l’art. 33, comma 3, della l. 104/1991, come modificato dall'art. 24, co. 1, lett. a), L. n. 183/10, nella parte in cui non estende al convivente more uxorio il diritto di fruire del permesso mensile retribuito per l'assistenza alla persona con handicap in situazione di gravità, in quanto concretizza un'ipotesi di violazione degli artt. 2, 3 e 32 Cost., risolvendosi in un inammissibile impedimento all'effettività dell'assistenza e dell'integrazione ed in una conseguente mancata tutela della salute psicofisica del disabile." ...

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Corte di Giustizia dell’Unione europea, sezione 10 – Sentenza 14 settembre 2016, n. 16/15

MASSIMA: "L'Accordo quadro Ces, Unice e Ceep sul lavoro a tempo determinato, recepito dalla direttiva 99/70/Ce, e in particolare la sua clausola 5, punto 1, lettera a) deve essere interpretato nel senso che esso osta a che una normativa nazionale sia applicata in modo tale che il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato successivi sia considerato giustificato da «ragioni obiettive» ove basati su disposizioni di legge che consentono il rinnovo per assicurare la prestazione di specifici servizi di natura temporanea, congiunturale o straordinaria, mentre, in realtà, tali esigenze sono permanenti e durature; ovvero, che non esista alcun obbligo...

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Corte di cassazione – Sezione lavoro, Sentenza 12 settembre 2016, n. 17921

MASSIMA: Nel caso di licenziamento per mancato superamento del periodo di prova, una volta accertata la nullità di tale clausola - perché il lavoratore era stato già testato a sufficienza con diversi contratti a termine -, la tutela reale od obbligatoria dipende dalle dimensioni dell'azienda, che spetta al datore provare. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con la sentenza 12 settembre 2016 n. 17921, accogliendo, sotto questo aspetto, il ricorso proposto da un centro di formazione professionale.   ...

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Corte di cassazione, sentenza 16 Agosto 2016, n. 17108

MASSIMA: E’ sempre il datore di lavoro che deve provare il carattere privato delle telefonate effettuate dal dipendente col telefono aziendale, addotte a motivo del licenziamento disciplinare di quest'ultimo. Il criterio empirico della vicinanza alla fonte di prova non può essere utilizzato dal giudice per derogare al principio posto dall’articolo 5 della legge 604/1966, che attribuisce inderogabilmente al datore di lavoro l’onere di provare la sussistenza della giusta causa o del giustificato motivo di licenziamento. Sulla scorta di tale principio la Cassazione ha annullato il licenziamento disciplinare comminato da un’azienda a un proprio dipendente per uso eccessivo del telefonino aziendale per scopi...

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Corte di giustizia dell’UE – sentenza 20 luglio 2016, in causa n. C-341/15

MASSIMA: Non è conforme al diritto comunitario la normativa nazionale che priva del diritto all’indennità finanziaria per ferie annuali retribuite non godute «il lavoratore il cui rapporto di lavoro sia cessato a seguito della sua domanda di pensionamento e che non sia stato in grado di usufruire di tutte le ferie prima della fine di tale rapporto di lavoro». Secondo la Corte di giustizia dell’Unione europea, per l’articolo 7 della direttiva 2003/88/Ce, concernente taluni aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro, è del tutto irrilevante il motivo per cui il rapporto di lavoro si sia risolto e, dunque, in caso di cessazione del...

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Corte di Cassazione – Sezione 3 civile, Sentenza 10 maggio 2016, n. 9367

Massima: In tema di applicazione delle cd. tabelle milanesi di liquidazione del danno, qualora dopo la deliberazione della decisione e prima della sua pubblicazione, sia intervenuta una loro variazione, deve escludersi che l'organo deliberante abbia l'obbligo di riconvocarsi e di procedere ad una nuova operazione di liquidazione del danno in base alle nuove tabelle, la cui modifica non integra uno "jus superveniens" né in via diretta né in quanto e possano assumere rilievo, ai sensi dell'art. 1226 c.c., come parametri doverosi per la valutazione equitativa del danno non patrimoniale alla persona. ...

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