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Sentenze

Cortolex > Sentenze (Page 6)

Corte di cassazione, 2 maggio 2017 n. 10636

MASSIMA:"I controlli difensivi "occulti" sono tendenzialmente ammissibili, anche ad opera di personale estraneo all'organizzazione aziendale, in quanto diretti all'accertamento di comportamenti illeciti diversi dal mero inadempimento della prestazione lavorativa, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, ferma comunque restando la necessaria esplicazione delle attività di accertamento mediante modalità non eccessivamente invasive e rispettose delle garanzie di libertà e dignità dei dipendenti, con le quali l'interesse del datore di lavoro al controllo ed alla difesa della organizzazione produttiva aziendale deve contemperarsi, e, in ogni caso, sempre secondo i canoni generali della correttezza e buona fede contrattuale." ...

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Corte di cassazione, sentenza 26 aprile 2017 n. 10310

MASSIMA:"Nel caso esaminato dalla Corte si trattava di un licenziamento plurimo individuale di 18 dipendenti per ultimazione dei lavori nel settore edilizio, intimato più di un mese prima della prevista scadenza dell’appalto in base all’indimostrata soggettiva previsione della cessazione anticipata dei lavori. La Corte, confermando l’annullando dei licenziamenti, ribadisce che il giustificato motivo oggettivo deve essere fondato su elementi di fatto esistenti e verificabili al momento della comunicazione del recesso e non su ipotesi future ed eventuali." ...

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Tribunale di Taranto, 21 aprile 2017

MASSIMA:"Anche nella disciplina del contratto a tutele crescenti, applicabile al lavoratore assunto dopo l’entrata in vigore del d.lgs. 23/2015, l’omessa contestazione specifica degli addebiti disciplinari (tempestiva e antecedente rispetto al provvedimento licenziamento) esclude in radice la sussistenza di qualsiasi fatto materiale, pur se astrattamente idoneo a fondare un licenziamento per giusta causa, con la conseguente applicazione della tutela reintegratoria. La contemporanea giustificazione del recesso con un motivo oggettivo, per ragioni del tutto generiche e pretestuose, appare strumentale ad evitare la reintegrazione per l’insussistenza del fatto, configurando una nullità del recesso per frode alla legge." ...

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Corte di cassazione, sentenza 19 aprile 2017 n. 9869

MASSIMA:"Nell’ambito di un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, la sola proposta di assegnare al lavoratore mansioni riconducibili a un livello professionale inferiore non è idonea a soddisfare l’obbligo datoriale di verificare il possibile reimpiego del dipendente in altre posizioni equivalenti. Difatti, l’offerta di ricoprire una mansione alternativa, fatta al lavoratore e da questi non accettata, connotata da un contenuto professionale peggiorativo non assolve all’obbligo del repêchage e non esonera, dunque, l’imprenditore dalla verifica circa la possibile ricollocabilità in mansioni equivalenti. Ad affermarlo è la Cassazione che, aderendo a un orientamento recente emerso in giurisprudenza, pone interamente a carico del datore...

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Corte d’Appello di Milano, 10 aprile 2017, n. 910

MASSIMA:"L’art. 18 della L. 300/1970 non è applicabile al socio lavoratore di cooperativa solo quando la cessazione del rapporto di lavoro derivi da cause di estromissione attinenti al rapporto societario. Nelle cause relative sia al rapporto mutualistico sia al rapporto di lavoro del socio di cooperativa è competente il giudice del lavoro, con applicabilità del “rito Fornero”. Relativamente al merito, quando il rapporto associativo viene a cessare in conseguenza del recesso illegittimo dal rapporto di lavoro – e non viceversa – si applicano le tutele dell’art. 18 della L. 300/70, compresa l’ipotesi di reintegrazione nel posto di lavoro. Tale principio...

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Corte di giustizia UE – sentenza 6 aprile 2017 in causa C-336/15, Unionen

 MASSIMA:"Secondo il diritto dell’Unione, anche dopo un anno dal trasferimento di azienda il cessionario che non stipuli nuove condizioni di lavoro è tenuto a riconoscere ai lavoratori ceduti i diritti retributivi connessi all’anzianità di servizio previsti dal contratto collettivo del cedente. Nel caso esaminato si trattava del preavviso di licenziamento che, secondo il contratto collettivo applicabile dal cedente, veniva prolungato di sei mesi in presenza di una determinata anzianità di servizio del lavoratore. Anche il cessionario applicava un contratto collettivo contenente una norma siffatta, ma sosteneva che l’anzianità utile fosse solo quella maturata presso di sé, in caso di licenziamento...

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Corte d’Appello di Roma – 5 aprile 2017, n. 1968/2017

MASSIMA:"La Corte riconosce il carattere ritorsivo del licenziamento di un lavoratore che si era rifiutato di aderire alla proposta di cessione del suo contratto a un’altra impresa. Il recesso, per preteso giustificato motivo oggettivo, giunge a seguito di una serie di comportamenti vessatori da parte della società, “anche singolarmente illegittimi ed illeciti”"   ...

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Corte di cassazione – sentenza 30 marzo 2017, n. 8260

MASSIMA:"Nel contratto di lavoro, il silenzio serbato da una delle parti in ordine a situazioni di interesse della controparte e la reticenza che si inserisca in un complesso comportamento adeguatamente preordinato, con malizia e astuzia, a realizzare un inganno idoneo a determinare l’errore del “deceptus”, integrano gli estremi del dolo omissivo rilevante ai sensi dell’art. 1439 c.c. (Nella specie, la S.C. ha cassato la sentenza del giudice di merito che aveva omesso di accertare se la condotta della datrice di lavoro - che, dopo aver incluso la posizione del lavoratore tra quelle eccedentarie nell'ambito di una procedura di mobilità, aveva...

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Corte di cassazione – sentenza 29 marzo 2017, n. 8146

MASSIMA: "La Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei geometri liberi professionisti è titolare di un potere autonomo di accertamento delle situazioni di incompatibilità (di riflesso di annullare periodi contributivi di esercizio della professione in situazione di incompatibilità), ai sensi dell’art. 22, comma 4, della l. n. 773 del 1982, esercitabile anche nel momento della verifica dei presupposti per l’erogazione del trattamento previdenziale, pur in assenza di una procedura specifica che ne disciplini le modalità, risultando assicurate le garanzie procedimentali dall’osservanza delle norme generali di cui alla l. n. 241 del 1990." ...

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